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CENTRALITA'

Colori, linee, forme intersecanti… immagini che emergono o appaiono riassorbite da spazi atemporali, una sottile quanto permanente inquietudine inonda gli scenari che Maria Pia Taverna riporta sui supporti pittorici, frammenti di un più ampio scenario in cui l'umanità si trova a consumare la propria esistenza. L'artista attinge, mediante una rielaborazione psichica, da una realtà frammentata quanto illusoria, da una transitorietà ancor più accelerata da un razionalismo e da una tecnologia che creano i bisogni e accessori a supporto di un IO vacillante tra l'euforico e il depresso.

In tutte le sue opere traspare l'ovvio di una ricerca, il preludio ad evoluzioni ulteriori che vede il femmineo protagonista in una società veramente surreale. Nel colore si fissano le emozioni, nelle forme antropomorfe o distintamente umane si rilevano i riverberi dell'apparenza, della vacuità, della menzogna istituzionalista, del vivere, non di energia propria, ma di riflesso. La natura raramente appare o si allude ad essa: non è più presente nell'immaginario umano.

Maria Pia Taverna compie un grande sforzo elaborativo, in una spazialità ben amministrata nella composizione degli elementi, assume, sempre con maggior consapevolezza, la vocazione primigenia dell'arte come forma comunicativa al servizio della comunità umana.

Sono opere intense, i simboli, gli archetipi, le ambiguità, costituiscono fitta trama cui non è possibile sottrarsi, ci fa sentire l'urgenza di trovare il vero centro, di ricomporre lo smembrato, di ritrovare la libertà dal condizionamento, di riappropriarsi della propria vera natura che non può identificarsi in un "vitello d'oro" o apparire come "sepolcri imbiancati" in una società neanche più borghese e farisea ma semplicemente conforme, incapace, vuota. Come la differenziazione dei sessi si ricompone nell'androgino, nelle ultime opere il preludio trova sbocco in una rappresentazione sempre più di sintesi, avviene la metamorfosi, diventa astratta, lirica.

Non ricercheremo più tracce antropomorfe o architetture di "non luoghi" per riconoscerci nel classificato, il colore diventa protagonista assoluto: lo ctonio nero, l'energia del rosso, la profondità del blu, paiono costituire premessa di nuovi atti creativi. Il valore di un'opera d'arte si conferma nell' espressione dei valori. Maria Pia Taverna rivela progressioni dirette alla centralità della coscienza, in ogni sua opera è impresso il percorso critico che sollecita la ricerca e la conoscenza del proprio sé, fonte di reale progresso e di benessere duraturo. La felicità non si acquista, si conquista.

Luigi Achille Boccardi